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Gay & Bisex

Kidnapped - Parte 3


di foxtied
19.05.2018    |    5.571    |    2 9.0
"Mi indica il tavolo: “Puoi mangiare, siediti al tavolo..."
Non sento nulla per qualche minuto, poi qualcuno armeggia sul coperchio della cassa, sembra che stia aprendo i lucchetti che la sigillano, odo distintamente uno sferragliare di chiavi: conto tre lucchetti, poi lo sgancio di alcuni fermi e infine il coperchio che si apre... noto che la parte che mi blocca la bocca resta ferma, perché avverto l’aria fresca sul corpo, ma la bocca resta tappata e bloccata.
Per qualche istante non succede nulla, poi una voce, che riconosco essere quella che avevo sentito dal computer e che, in sostanza, mi aveva comprato: “Per sicurezza addormentatelo, poi slegatelo e portatelo di sotto... legatelo al tavolo e imbavagliatelo bene”.
Arriva quasi subito l’odore del cloroformio sul panno umido che mi viene premuto su naso... e diventa nuovamente tutto completamente buio.
Mi risveglio lentamente, inizio a vedere la luce farsi strada, quindi deduco di non essere più bendato... sono sempre completamente nudo, disteso su un tavolo con gambe e braccia divaricate, polsi e caviglie legati con della corda di canapa ad anelli posti sugli angoli, le ginocchia bloccate sui lati e tirate verso l’esterno, allo stesso modo i gomiti: il collo è avvolto da un cappio che lo blocca al tavolo. Sono imbavagliato con un anello che mi tiene la bocca molto aperta e dentro l’anello una palla di gomma, gonfiabile e molto grossa, da riempirmi tutto il palato e bloccarmi la lingua.
Passa un po’ di tempo, durante il quale ogni tipo di pensiero si fa strada nella mente, poi arriva un uomo sulla sessantina, non molto alto, abbastanza in carne... Indossa un accappatoio di raso nero ed è a viso scoperto.
Girando attorno al tavolo mi sfiora i piedi e le gambe, poi il petto per scendere di nuovo alle gambe e infilarmi una mano tra le natiche, sfiorando poi i testicoli e il pene. “Sei un bell’esemplare, curato, non troppo peloso ma quanto basta... ti ho fatto lavare bene prima che ti legassero al tavolo... Immagini perché sei qui?” Faccio cenno di no con la testa, visto che il bavaglio non mi consente l’emissione di suoni articolati ma solo di lievi mugolii: “Ti ho comprato da alcuni amici che periodicamente provvedono ai miei bisogni, per così dire, particolari... resterai con me finché non mi stancherò, e farai tutto quello che uno schiavo deve fare” Mentre mi dice questa frase mi prende in mano il pene e me lo strizza per bene... continua finché non inizia a sentire una reazione, un indurimento dovuto alla manipolazione... “Ti userò come meglio credo, sessualmente, oralmente e analmente... sarai sempre ben legato, imbavagliato se necessario, e la notte dormirai incatenato al letto, come anche incatenato sarai quando consumerai i tuoi pasti. Sarai torturato nei modi che preferirò usare, frustato, impalato, incaprettato... non ho molti limiti su questo. Finché mi ecciterà usarti per il mio piacere non ci saranno problemi, ma se ti ribelli oltre il consentito avrai modo di capire che non stiamo giocando...” Il pene è ormai diventato duro ed eretto, e lui continua a stimolarmi, scoprendo il glande e strofinandolo con il pollice.
Arrivano due suoi scagnozzi che, ad un suo cenno, senza troppi riguardi mi infilano un plug anale, bloccandolo con del nastro adesivo. Mi applicano poi degli elettrodi tra le gambe, sull’addome e ai capezzoli, collegando il tutto ad un apparecchio per elettrostimolazione. Lui si siede di lato al tavolo e, ruotando un potenziometro, inizia ad inviarmi piccole scosse elettriche... ad intervalli regolari, non posso fare a meno di contorcermi sul tavolo dove sono immobilizzato e solo il bavaglio mi impedisce di gemere. Va avanti almeno per una ventina di minuti, applicando le scosse metodicamente e stimolandomi al contempo i genitali, mantenendo il pene eretto e duro. Poi mi masturba lentamente ma in maniera continua... alternando la masturbazione alle scosse, finché, quando sto ormai per venire grazie a questa forma di tortura, mi infila un profilattico, senza tirarlo verso la base, ma avvolgendo solo la parte superiore del pene: mi porta all’orgasmo, facendomi fiottare copiosamente dentro il cappuccio. Non si ferma se non quando il mio pene si ritrae, perdendo turgidità. “Ok, fateglielo ingoiare e poi tappategli bene la bocca”. I due eseguono, sgonfiando la palla che mi riempie la bocca, togliendo il profilattico e spremendomelo dentro attraverso l’anello, fino all’ultima goccia del mio sperma. Infine diversi giri di nastro adesivo grigio mi sigillano la bocca, spalancata dal ring-gag.
Mi lasciano legato sul tavolo, con gli elettrodi collegati e il plug anale ben infilato e bloccato. Ho ingoiato tutto il mio sperma e, mentre cerco vanamente di muovermi, penso alla situazione in cui mi trovo: rapito e ridotto sostanzialmente a un giocattolo sessuale. Passa il tempo, almeno un’ora, finché i due tornano e, sempre senza dire una parola, rimuovono gli elettrodi, il plug e poi mi slegano... mi tolgono il bavaglio e mi fanno sedere: mi ammanettano i polsi dietro la schiena, poi le caviglie... usano delle fibbie di cuoio nero, collegate tra loro da anelli e catene. Mi infilano un bavaglio a maschera che reca all’interno un fallo di gomma atto a riempirmi la bocca, poi mi fanno cenno di scendere e di camminare nella direzione che mi indicano.
Entriamo dentro una stanza abbastanza grande, senza finestre, con un letto già attrezzato con anelli e corde, una sedia in legno in un angolo, forata sulla seduta e sempre dotata di anelli e corde. Mi liberano i polsi per qualche istante, ma solo per ammanettarmeli davanti e poi collegarli alle caviglie. “Lì c’è un bagno, fai ciò che devi fare e fatti una doccia, torniamo tra un’ora”. Escono e chiudono la porta a chiave.
Resto in piedi nel centro della stanza, sulla moquette rossa che ricopre il pavimento... istintivamente muovo le mani verso la bocca, pensando di rimuovere il bavaglio ma, non solo la catena non è abbastanza lunga, ma mi rendo conto che la fibbia serrata dietro la nuca è bloccata con un lucchetto... Mi siedo sul letto per qualche minuto, poi decido di usare il bagno, ormai ne sento il bisogno fisiologico, nonché la voglia di fare effettivamente una doccia.
Per una mezz’ora buona resto in bagno poi, dopo la doccia, mi asciugo con un telo di spugna e mi siedo nuovamente sul letto. Il bavaglio è molto stretto e inizia a farmi male, anche perché il fallo interno è abbastanza grande e mi impedisce quasi di muovere la lingua. Inizio anche ad avere fame e sete, ma il tempo passa senza alcun cenno dall’esterno.
Finalmente la porta si apre e questa volta entra solo uno dei due, con in mano un vassoio che ripone sul tavolo. Viene verso di me e mi libera la bocca dal bavaglio... mi indica il tavolo: “Puoi mangiare, siediti al tavolo... hai solo posate di plastica, quindi non pensare cose strane. Torno a legarti al letto per la notte” Esce e richiude la porta a chiave.
Mangio guardandomi intorno, la stanza è arredata in maniera essenziale ma molto elegante, segno che il tizio che mi ha “comprato” dovrebbe essere una persona di alto livello sociale... vedo che in due angoli della stanza sono posizionate due telecamere a circuito chiuso, quindi deduco di essere sorvegliato. Finisco di mangiare e resto seduto al tavolo, in attesa del ritorno di chi mi dovrebbe “preparare” per la notte.
Si apre la porta ed entrano entrambi i tizi di prima: uno dei due mi fa cenno di alzarmi e di andare verso il letto... “Che volete da me? Cos’è questa storia?” chiedo... “Non devi fare domande e non devi parlare se non ti viene richiesto”. Mi liberano polsi e caviglie e mi fanno sdraiare sul letto: mi allargano gambe e braccia verso gli angoli, poi mi legano polsi e caviglie, ben tirato verso l’esterno. Mi immobilizzano al letto poi, mentre uno mi lega anche le ginocchia, l’altro mi lega i gomiti, collegandoli alle gambe... il tutto con della corda di canapa. “Apri la bocca...” mi ordinano, e poi mi infilano una palla di gomma dentro, per poi imbavagliarmi con una fascia di cuoio che serrano dietro il collo.
Sento la mano di uno dei due che mi applica un anello al pene e ai testicoli, per poi penetrarmi con un plug anale.
“Dormi bene, il padrone verrà da te quando ne avrà voglia, anche stanotte se gli va...”
Mi lasciano legato al letto e se vanno, chiudendo la porta a chiave.
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